GAC GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI 1914_2014



“E’ di estrema importanza che io racconti la mia vita, come è nata la mia avventura artistica e come si è sviluppata. Anche perchè i miei biografi sarebbero poi costretti a ricostruire la mia storia con ricerche laboriose, lunghe, certamente imperfette e incomplete.” GAC

Fabbrica Eos, in collaborazione con l’Archivio Cavellini di Brescia, rende omaggio a Guglielmo Achille Cavellini (1914-1990). GAC (così firmava le sue opere, e amava farsi chiamare), è stato un famoso studioso e collezionista dell’arte astratta europea. Dalla metà degli Anni ’40 esordisce con disegni e ritratti. I ’60, li dedica invece alla sperimentazione: alcuni esempi del suo lavoro sono spesso legati a citazioni, vere e proprie elaborazioni di celebri opere che ne fanno un autentico attore nella messa in scena dell’arte. GAC mette in pratica la sua teoria dell’Autostoricizzazione: il fare da sè nel costruirsi attorno l’alone del successo, mettendo in disparte i processi canonici che il sistema utilizza a tale scopo. Non è un atto di megalomane autorappresentazione, bensì l’innescarsi di una procedura alternativa: una rivoluzione all’interno della comunicazione artistica. Andy Warhol si mette a ritrarre Cavellini, e il geniaccio GAC rende omaggio a Andy con il francobollo “Le Marilyn di Warhol” (1984). L’utilizzo dei materiali di recupero (negli oggetti assemblati, negli intarsi in legno, nei carboni), è lo strumento del suo operare. Teatrini dove si accumulano tragicamente giocattoli e soldatini sottratti all’uso infantile; francobolli attraverso i quali viene reso omaggio ai geni della pittura: Picasso, Lèger, Matisse, Braque…

La curata selezione delle 30 opere esposte, concede ampio spazio alla produzione dell’artista, focalizzandosi su alcuni periodi cruciali della feconda carriera sviluppatasi dalla metà degli Anni ‘40 alla scomparsa, avvenuta nel 1990.

Nel corso della serata, verrà presentato un libro-catalogo curato dall’Archivio Cavellini per la Galleria Florence Lynch di New York. Il volume, con testo introduttivo all’opera della critica newyorkese Sue Spade, verrà poi illustrato, il 17 marzo, all’Istituto Italiano di Cultura di New York e servirà come contributo documentativo alla mostra di alcune opere di Cavellini che la Galleria Florence Lynch presenterà dal 20 marzo. Seguirà, la settimana successiva, un breakfast in Galleria inserito negli eventi per la Vip list dell’Armory Show che si inaugurerà il 27 marzo.

Il lavoro di Guglielmo Achille Cavellini, sta finalmente riprendendo luce e attenzione collezionistica dopo anni di silenziosa attesa, dovuta alla particolare e anticipatrice formula artistica.

GAC, dalla metà degli Anni ’60, iniziò un lavoro di scomposizione e rielaborazione del sistema dell’arte, mettendo l’Io artistico in primo piano di fronte alle forze critiche ed economiche.

Un lavoro che sfociò, nel ’71, nell’autoironica e insistita “autostoricizzazione” che sarà forse ricordata come il più significativo contributo di Guglielmo Achille Cavellini alla cultura contemporanea. Atteggiamento, questo, che alcuni artisti attenti alla trasformazione dei linguaggi e del ruolo dell’artista in contrapposizione al sistema dell’arte, sembrano oggi riprendere.