ZEROOTTOUNO Heart Earth



ZEROOTTOUNO (Davide Negro e Giuseppe Guerrisi)
Heart Earth
a cura di Alberto Mattia Martini

L'uomo natura-lmente come è ben noto non potrebbe vivere senza la natura, perché esso stesso è parte di natura, è un costituente dell'ambiente in cui vive e del quale si sostenta per poter esistere. Proprio da questo assioma, se vogliamo basilare, ma estremamente fondamentale, si sviluppa la ricerca di Zeroottouno, il duo artistico composto da Davide Negro e Giuseppe Guerrisi, che fin dai loro primordi ambiscono a creare una sintonia armonica, una sorta di Arcadia contemporanea, tra uomo e natura.
Una visone a centottanta gradi che si converte, invertendone la lettura da destra a sinistra, appunto in zeroottouno, ad esplicazione di come i due artisti abbiano come riferimento della loro indagine artistica la volontà e la finalità di guardare il mondo da un'angolazione differente rispetto a quella convenzionale, e quindi di sensibilizzare anche lo stesso fruitore ad una concezione mentale alternativa, interpretando il circostante non come dato di fatto usuale, ma possibilità di riflessione ed analisi indipendente e non uniformata.
L'elemento naturale è quindi divenuto costituente cardine per condurci attraverso tale interpretazione del reale; ma la natura non è solamente soggetto della rappresentazione artistica, essa è coinvolta come parte attiva: forza creatrice ed interagente con chiunque voglia sintonizzarsi con essa e con il proprio cuore.
Nella mostra presso la Galleria Fabbrica Eos i due artisti si muovono proprio da tali concetti, per creare e al contempo rivendicare una sorta di spazio, di luogo per le emozioni, nel quale natura e umano si incontrano, dialogano, interagiscono scambiandosi percezioni emozionali. L'elemento naturale, nell'istallazione ambientale intitolata 432 hertz, assorbe il circostante in un dialogo amplificato dalla presenza attiva del pubblico.
Un ampio manto verde costituito da erba naturale, sul quale i visitatori possono accedere, vibra seguendo le onde alla frequenza di 432 hertz: utilizzata fino al 1939, quando si decise di fissare l'accordatura della nota LA a 440 hertz. Non un nostalgico ritorno al passato, ma il tentativo e l'invito a riconnettersi con la frequenza che probabilmente meglio si armonizza con quella del vivente, e quindi anche con il nostro battito cardiaco. Un incontro vibrante dove le parti risultano non solo importanti nella loro singolarità, ma divengono imprescindibili nella loro reciprocità, in modo che il mistero della vita, seppur per pochi istanti, ritrovi la congenita percezione ancestrale.
Heart Earth, il titolo della mostra, che prende spunto dall'opera composta di neon blu, verte proprio su questa sincronizzazione emozionale, ma che è anche celebrale, invitandoci a riflettere sullo scambio potenzialmente infinito tra terra e cuore, che appunto nella lingua anglosassone differiscono solamente per la posizione della lettera h.
Se il capitalismo e la tecnologia affondano quotidianamente e sempre più con maggior egoismo la loro lama affilata nel nostro essere umani, la natura è e rimarrà sempre il nostro elemento salvifico; la natura infatti nonostante la deturpazione egoistica subita dall'uomo, non porta rancore, né tantomeno cerca vendetta, ma anzi, esprime tutto il proprio altruismo desiderando e auspicando una comunicazione finalmente reale e leale, nonché di scambio intimamente spirituale. I luoghi, il territorio, con gli elementi che esso costituiscono, e imprescindibilmente anche con quello calabrese delle origini dei due artisti, occupa un ruolo fondamentale nella ricerca degli Zeroottouno, incidendo nella scelta della materia costituente primigenia, che poi si tramuterà in opere d'arte. É questo il caso della serie degli "innesti", nella quale elementi naturali, come rami e radici di alberi, si conglomerano con bronzo, marmo e garze, andando a dare conformazione ad una "nuova forma esistenziale": sicuramente sinonimo di vita, di nuova possibilità di sviluppo e crescita, ma che vuole anche sottolineare come l'uomo assume spesso le vesti di creatore attribuendosi "facoltà divine" di poter decidere il compiersi e le sorti, in positivo o negativo, di un essere vivente. Troppo spesso l'uomo ascolta solo il pensiero connesso al proprio profitto, al proprio tornaconto, tralasciando la voce del cuore, spingendosi oltre limite e portando di conseguenza alla deriva il mondo, annullandone le differenze biologiche, facendo estinguere specie animali, alterandone inevitabilmente e drammaticamente l'ecosistema. Proprio alcuni mammiferi in serio rischio di estinzione come il rinoceronte e l'orso polare, divengo tra le mani del duo calabrese, sculture in ceramica. Quest'ultimo animale è certamente il simbolo, ma anche la vittima del dramma che si sta compiendo a livello planetario, ossia lo scioglimento dei ghiacciai. Basti pensare che la banchisa artica si sta riducendo vertiginosamente, ed emblematica è l'immagine dell'orso bianco solitario su un piccolo iceberg alla deriva, denutrito, in cerca disperatamente di cibo. La disgregazione progressiva dei ghiacciai, insieme alla siccità dovuta all'inaridimento di molti territori, sono solo alcune delle terribili conseguenze, dovute al riscaldamento climatico, causato dai gas serra introdotti nella nostra atmosfera dalle attività dell'uomo. Tali eventi presuppongono che, entro la fine del secolo, cioè quando le nuove generazioni saranno adulte, i luoghi ghiacciati e bagnati saranno in estinzione, provocando un evidente problema per la vita animale, ma anche umana; riflettiamo sul solo dato, che dal 1970 ad oggi sono scomparse l'83% della specie autoctone dei fiumi e dei laghi. Se tutto questo ci sembra lontano da noi, un esempio molto più lampante l'ha espresso nella sua ultima apparizione in video Piero Angela, rammentandoci che tra non più di ottanta anni, i ghiacciaci delle nostre Alpi saranno completamente scomparsi!
Allora forse è giunto il tempo di riflettere, ma soprattutto di agire, di prendersi delle responsabilità e non comportarsi più in modo impulsivo, passionale, se pur affascinante e comodo, ma anche evidentemente molto scriteriato, e invece iniziare a programmare, a pensare a lungo termine, e soprattutto ad avere rispetto, se non per la nostra, per la vita altrui.
Sensibilità, coerenza e visione contemporanea finalizzata ad un pianeta, ad una natura meno deturpata, ma in maggiore sintonia ed armonia con l'umanità; tutte tematiche, ma anche valori fondanti ed imprescindibili del lavoro degli Zeroottouno, che cercano con determinazione "di fare luce" su questi aspetti. Luce, che infatti, risulta essere un altro elemento determinante e ricorrente nelle opere dei due artisti, i quali si avvalgono dell'utilizzo del neon, per evidenziare il racconto sul nostro tempo, sul nostro territorio, sull'ambiente naturale e sulla nostra "amata" Nazione. Nell'opera Italia, infatti le tre parole che interpretano la bandiera italiana, non corrispondono volutamente al colore della luce del neon che descrivono: una sorta di effetto Purkinje, del quale gli artisti si servono per porre l'attenzione sulle scelte troppo spesso scriteriate, non chiare e finalizzate ad un mero interesse personale o di pochi, che la politica italiana negli anni ha spesso perseguito e messo in atto
Il lavoro degli Zeroottouno, quindi vuole sottolineare come l'uomo debba assolutamente recuperare il mistero della natura, finalizzato sia ad un serio impegno etico, di responsabilità, nei confronti dell'uomo, del paesaggio e dell'ecosistema, che ad un valore emotivo ed estetico.
Un'Anima mundi, come il titolo della scultura/installazione composta da un grande tronco di ulivo, sezionato e trafitto nell'anima da una fulgente lama di luce di neon blu. Mater natura anima mundi: a chi o cosa risponde la vita, a quale legge? A quale mistero l'uomo deve credere per poter vivere? La natura è l'anima del mondo e quindi dell'umanità. Il cuore dell'uomo è nella terra e la terra è il cuore della vita umana, senza questo accordo armonico il nostro petto smetterebbe di pulsare.
Nelle opere esposte in mostra interagiscono materia primigenia proveniente dalla terra, portatrice di elementi caratterizzanti di un luogo, di uno spazio, anche autoctono, ed elementi, segni di luce, di neon, di vetro, che danno forma ad una sorta di compenetrazione tra materiale ed immateriale, o come affermava Hegel a: "Ombre sensibili".